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Casa Vicens

Nella calle Carolines spicca, grazie alla sua esuberanza e al suo cromatismo, la Casa Vicens. Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, ricorda l'arte islamica e mudejar.

In questa casa, Gaudì dimostra il grande potenziale rappresentato dalla combinazione di materiali quali pietre, mattoni e ceramica, offrendo un risultato molto diverso dall'architettura tipica di Barcellona alla fine del XIX secolo.

Casa Vicens fu concepita come una casa di villeggiatura il cui giardino era lo spazio chiave dove trascorrere l'estate nella cittadina di Gràcia.

Sebbene nel corso del XX secolo abbia subito diverse trasformazioni che ne hanno modificato la dimensione, il giardino rappresenta ancora una vera oasi di pace e tranquillità e la disposizione delle piante rispetta i criteri di piantagione dell'epoca.

Il piano principale ospita la zona giorno della casa: l'ingresso, una grande sala da pranzo con accesso al giardino attraverso una tribuna e la sala fumatori.

L'importanza della natura nell'opera di Gaudì in questo piano si materializza e si trasforma in architettura, invadendo ogni stanza.

In questo piano si trovano le stanze più intime della casa: le camere da letto, le stanze da bagno e un soggiorno.

Manel Vicens, agente di borsa e cambio, e sua moglie, Dolors Giralt, vissero in questa casa, insieme alla figlia Juana Giralt, solo 10 anni.

Il sottotetto della casa, uno spazio diafano e arioso destinato all'uso domestico, attualmente ospita un'esposizione permanente.

Tavoli tematici, plastici, piante e arredi originali raccontano la storia e l'evoluzione della prima casa progettata da Antoni Gaudì.

Il tetto della casa è uno spazio di evasione e contemplazione in cui Gaudì progetta un innovativo modello di copertura transitabile che poi svilupperà nelle opere posteriori.

L'influenza dell'architettura orientale nell'opera di Gaudì si riflette nell'uso delle ceramiche bianche e verdi che ricoprono i camini e le torri-minareto.

Casa Vicens ha un totale di cinque piani. Originariamente, il sotterraneo era destinato alla cucina e al deposito di carbone.

Nonostante si trattasse di uno spazio interrato, Gaudì progettò un soffitto a volta catalana ed efficaci sistemi di ventilazione che consentivano di mantenere lo spazio fresco e arieggiato.